Addio Google Authorship

john muellerEcco John Mueller, responsabile di Google Webmaster Tools

Autore: FlavioWeb

Google fa sparire l’authorship dei contenuti legata al suo social Google Plus. Sembrava essere una cosa di importanza vitale per il motore di ricerca più importante del mondo. Invece oggi annuncia questa incomprensibile retromarcia. Andiamo ad analizzare il perché e vediamo se vale ancora la pena implementare i nostri articoli con questo snippet. E se si, come…

LA FINE DELLA GOOGLE AUTHORSHIP

Appena poco tempo fa Google ha annunciato che sarebbero sparite le “faccine” autore dai risultati di ricerca. Per chi non si ricordasse questo particolare, quelle che chiamo “faccine” sono le miniature delle foto del profilo di Google Plus che apparivano accanto ai risultati di ricerca per quegli articoli in cui fosse stato implementato il rel author da e per il social media di Big G.

faccine-google-author

Ecco come apparivano le “faccine” sui risultati

In effetti le faccine sono sparite ma, a quanto pare, solo per le ricerche fatte senza essere loggati su Google. Per chi è loggato, ancora sono disponibili per quegli articoli il cui autore è inserito nelle nostre cerchie di Google Plus. Il 29 Agosto 2014 John Mueller, responsabile di Google Webmaster Tools, annuncia che sparisce anche il rel author, ovvero l’identificazione dell’autore dell’articolo che appariva come segue.

rel-author-google

nei risultati appariva anche l’autore dell’articolo, se aveva un profilo google plus

La cosa che lascia perplessi è che Google stesso, al lancio di queste funzionalità, le aveva indicate come elementi che contribuivano a formare i risultati della ricerca. In che senso? Nel senso che sapere chi fosse l’autore di un determinato articolo faceva in modo che Google potesse riconoscere quest’ultimo come proveniente da una fonte certa ed attendibile e riconoscergli una certa autorevolezza. Per completezza ricordiamo che questi snippet, influenzavano soprattutto la ricerca privata, ovvero i risultati personalizzati che apparivano su Google alle persone che effettuavano la ricerca essendosi prima loggati con le proprie credenziali ad uno dei servizi di Big G. Almeno questa funzione non è cambiata. Sto continuando a fare dei test ed effettivamente la ricerca privata mi restituisce risultati differenti (con articoli delle persone che ho “accerchiato”), rispetto alla ricerca fatta da non loggato. La grande differenza è che però da oggi, avere o non avere il rel author di Google sul proprio articolo non fa differenza. Lo dice Google stesso che anzi, pur non consigliando di togliere l’authorship legata al profilo Google Plus, consiglia di implementarla tramite gli snippets di schema.org Ecco un estratto delle dichiarazioni di John Mueller.

john mueller

John Mueller responsabile di GWT

Sono stato coinvolto da quando abbiamo iniziato a testare paternità markup e la visualizzazione nei risultati di ricerca. Abbiamo ricevuto un sacco di feedback utile da tutti i tipi di webmaster e gli utenti, e abbiamo ottimizzato, aggiornato e affinato il riconoscimento e la visualizzazione delle informazioni di paternità. Purtroppo, abbiamo anche osservato che questa informazione non è utile ai nostri utenti come avevamo sperato, e può anche distrarre da questi risultati. Con questo in mente, abbiamo fatto la difficile decisione di interrompere la visualizzazione di paternità nei risultati di ricerca.

Caro John Mueller, ma che vuol dire che gli utenti erano distratti da quella righina che indicava l’autore dei contenuti? Forse attiravano troppo l’attenzione a scapito degli annunci per cui google si fa pagare? (vedi campagne Adwords). Ma vediamo cosa dice ancora il nostro amico…

Dal alto personale, è stato divertente e interessante percorrere la strada della paternità dei contenuti con tutti voi. Ci sono state anche stranezze e alcuni fenomeni di spam da combattere, ma la cosa più gratificante è stata (e continuerà ad essere) l’interazione con i webmaster stessi. Ci rendiamo conto che la paternità non è stata sempre facile da implementare, e noi apprezziamo molto lo sforzo che mettete nel migliorare costantemente i siti per gli utenti. Grazie!

Grazie a te per averci fatto impazzire per aggiornare siti e blog per poi dirci che non serviva a niente… E sull’authorship….

Andando avanti, noi siamo fortemente impegnati a continuare ed espandere il nostro sostegno di markup strutturati (come schema.org). Questo markup aiuta tutti i motori di ricerca a comprendere meglio il contenuto e il contesto delle pagine sul web, e noi continueremo ad usarlo per mostrare Rich Snippets nei risultati di ricerca.

Come vi dicevo incoraggia ad utilizzare (giustamente) i markup di schema.org.

E ‘anche opportuno ricordare che gli utenti della ricerca potranno ancora vedere Google+ messaggi di amici e pagine quando sono pertinenti alla query – sia nei risultati principali, e sul lato destro. Cambiamento paternità di oggi non influisce queste caratteristiche sociali.

Questo si era capito. Quello che invece non ci sarà più è la possibilità di essere evidenziati sui risultati della ricerca rispetto ai concorrenti che non avevano implementato il rel author…

Come sempre, cercheremo di aumentare e migliorare l’insieme di strumenti gratuiti che offriamo per rendere più facile per voi per ottimizzare i vostri siti. Grazie ancora, e vi prego di mantenere la retroazione a venire.

CONCLUSIONI

E va bene. in sostanza Google ci dice che il rel author legato a Google Plus, non sarà più considerato fattore importante, anzi, non sarà proprio considerato. però in compenso continuano a lavorare per noi… Speriamo bene…

Nel frattempo faremmo bene a lavorare su una attenta selezione delle nostre keywords, su un efficace azione seo on page, sulla qualità dei nostri contenuti e sulla link building. Tutti questi sono gli unici elementi che non sono mai cambiati e che sono sempre validi.

E il rel author? Insieme ad altre funzionalità implementiamolo con i microdati (qui tutti i tipi di snippets che potrete utilizzare schema.org)